OKS Architetti architettura per tutti

Autonomie sensibili (vista dell'alto), OKS, Colle Val d'Elsa, 2020

Testo tratto dall’intervista con Eugenio Salvetti, cofounder dello studio d’architettura OKS Architetti, in data 28 giugno 2021

Come saranno le città non lo so, però so sicuramente che molte città o molti spazi ad oggi devono cambiare e c’è una necessità abbastanza immediata e la pandemia stessa ne è stata la dimostrazione.

Autonomie sensibili (struttura con particolare dei materiali), OKS, Colle Val d'Elsa, 2020
Autonomie sensibili (struttura con particolare dei materiali), OKS, Colle Val d’Elsa, 2020

Da cosa nasce l’idea di OKS Architetti?

Lo studio nasce nel 2014, a Firenze, da me che sono Eugenio Salvetti e Luca Scollo e nasce già anni prima all’interno dell’università perché comunque eravamo colleghi di università sempre con questo desiderio di aprire lo studio e metterci in proprio, poi appena laureati abbiamo fatto le nostre esperienze nei vari studi e dopo due anni di esperienze abbiamo deciso di aprire lo studio. Siamo partiti praticamente da zero e abbiamo preso un fondo a Firenze, era un vecchio magazzino l’abbiamo risistemato ristrutturato e niente da lì è iniziato il percorso. L’idea nasce comunque fin dall’inizio quella di fare non uno studio tecnico ma comunque uno studio di progettazione, uno studio che oltre agli aspetti professionali seguisse anche l’aspetto un po’ della ricerca. Questo è quello che fin dall’inizio volevamo fare anche attraverso iniziative nostre o concorsi pubblici o attività di questo tipo. Ad oggi sono passati sette anni e un po’ di cose ce le siamo tolte, altre ancora no; siamo soddisfatti.


Da chi e/o da che cosa trai ispirazione nel tuo lavoro? In che modo? Hai un mentore?

Mentore o così non ce n’è e avrei difficoltà ad oggi a dirtelo, abbiamo un po’ più dei modelli che sono modelli di studi dove abbiamo lavorato, dove ci sono dei professionisti che stimiamo e penso che siano stati un po’ più loro gli esempi che abbiamo seguito. Non abbiamo mai guardato a grandi nomi, ad ambire ad essere magari uno studio archistar o a uno studio internazionale ma più a delle realtà anche grandi ma normali ecco.


Cosa ha costituito per te il vostro primo incarico?

Il primo primo… tutto è nato un po’ alla volta, mi ricordo, ma ancora eravamo ai tempi dell’università e avevamo fatto un concorso interno all’università quindi non era un incarico, siamo arrivati se secondi o terzi, quindi quello è stato proprio il progetto… non lo chiamerei nemmeno lavoro, l’abbiamo usato anche un po’ per conoscerci e per vedere come lavorare insieme. Invece proprio quando abbiamo aperto lo studio nel 2014 mi ricordo che uno dei primi lavori è stata una proposta che ci era stata chiesta in Turchia, a Istanbul mi sembra, per un cliente privato che aveva bisogno di alcune torri in un quartiere in Turchia. Quindi questo è stato proprio il primo lavoro.

Torri di Maslak (render), OKS Istanbul, Turchia, 2014
Torri di Maslak (render), OKS Istanbul, Turchia, 2014

A livello di incarico privato invece è stata una ristrutturazione di un appartamento per un cliente privato a Grosseto, io sono di Grosseto quindi si parte in genere dalle conoscenze quelle più dirette all’inizio.


Quale progetto ti ha dato più soddisfazione? Perché?

Sicuramente uno degli ultimi lavori a cui stiamo lavorando è il parco del diversivo a Grosseto che è un progetto che abbiamo iniziato l’anno scorso a Grosseto, mi ha dato più soddisfazione sicuramente perché comunque il tema è interessante. Intanto è la città dove sono nato, ma queste diciamo sono solo considerazioni puramente personali. La cosa più interessante è che è un progetto importante per la città.

Il Parco del Diversivo (vista dall’alto), OKS, Grosseto, 2021
Il Parco del Diversivo (vista dall’alto), OKS, Grosseto, 2021

Un’area degli anni 80, non ci è stato fatto nessun intervento, è sempre stata un’incognita. Ci sono sempre stati un sacco di problemi. Ora si sono sbloccate un po’ di cose per cui diciamo l’amministrazione ha deciso di iniziare a farci un parco ed era necessario un progetto. Quindi il tema è molto interessante, all’area ci sono anche un po’ affezionato e sicuramente mi ha dato soddisfazione. Essere chiamato e comunque lavorare nella città da cui si proviene dà comunque soddisfazione, per un progetto che è anche importante.

Il Parco del Diversivo (veduta aerea), OKS, Grosseto, 2021
Il Parco del Diversivo (veduta aerea), OKS, Grosseto, 2021

C’è un altro progetto di cui vuoi parlare?

Secondo me è interessante, te lo racconto anche perché l’abbiamo finito proprio ieri, è un progetto che anche quello va avanti da un anno. Un progetto di installazioni temporanee che abbiamo fatto l’anno scorso a Colle Val d’Elsa in occasione dell’Archifest, il festival dell’architettura che si è svolto a Colle Val d’Elsa. Questo progetto è nato come delle installazioni che si possono ripetere e si configurano a seconda degli spazi in altri contesti.

Autonomie sensibili (strutture), OKS, Colle Val d’Elsa, 2020
Autonomie sensibili (strutture), OKS, Colle Val d’Elsa, 2020

Questo progetto è durato dieci giorni che era il tempo del festival, poi c’è stato il Covid di mezzo che ha bloccato tutte le iniziative. Ieri, sabato sera, a San Gimignano c’era un evento che fanno tutti gli anni che si chiama “Notte Lucente”, una sorte di notte bianca della cultura. Ci hanno chiamato per fare questa installazione e l’allestimento di piazza del Duomo a San Gimignano, sempre con queste installazioni.

Autonomie sensibili (piazza), OKS, Colle Val d'Elsa, 2020
Autonomie sensibili (piazza), OKS, Colle Val d’Elsa, 2020

Quindi si questo penso sia, tra gli ultimi progetti a cui stiamo lavorando, interessante perché appunto rappresenta, secondo me, anche al meglio un po’ quello che è lo spirito dello studio, la filosofia dello studio cioè un progetto che al suo interno contiene anche degli elementi di ricerca e di sperimentazione sullo spazio pubblico.


Avete preso parte a tanti concorsi?

Sì, allora noi crediamo, come penso tanti studi simili al nostro, nello strumento del concorso di progettazione, perché è un’occasione insomma sia per chi fa il concorso ma anche per chi partecipa, a prescindere poi insomma penso se il concorso uno vince o meno perché comunque è sempre occasione di fare ricerca di sperimentare. Il concorso è
un’attività che non abbandoniamo mai e quindi continuiamo a fare.

Nuovo Polo Scolastico #scuoleinnovative (render), OKS, Follonica. 2016
Nuovo Polo Scolastico #scuoleinnovative (render), OKS, Follonica. 2016

Sicuramente il concorso che ci ha permesso anche di avere anche un po’ più di visibilità a livello nazionale è stato quello di #scuoleinnovative del 2006, mi sembra. Un concorso che ha avuto anche un riverbero nazionale. Noi avevamo scelto la scuola di Follonica dove insomma siamo arrivati primi, abbiamo vinto, quindi sicuramente quello è un concorso che ricordiamo volentieri e siamo contenti di aver partecipato. Però ecco a prescindere dal risultato, ci sono tanti progetti presenti sul nostro sito, progetti di cui siamo comunque soddisfatti del risultato progettuale.

Human Technopole: Il nuovo Headquarters (render), OKS, Milano, 2019
Human Technopole: Il nuovo Headquarters (render), OKS, Milano, 2019

Un altro concorso importante a cui abbiamo partecipato è stato Headquarters di Human Technopole nell’area Expo di Milano, dove siamo arrivati finalisti anche vicino a grandi nomi, anche questo è sempre occasione di confronto. Poi siamo arrivati quarti in quel concorso però ecco è venuto un bel lavoro, siamo soddisfatti e anche quello è un progetto da ricordare.


Per quanto riguarda progettazione più a scala domestica, in cosa preferisci operare?

Io parlo a nome mio e dello studio perché comunque siamo io e Luca quindi siamo abbastanza allenati su questo; noi ad oggi non vogliamo abbandonare questa cosa, che noi vogliamo comunque portare avanti… cioè il nostro approccio all’architettura, a prescindere dalla scala è sempre la solita e a prescindere dall’intervento e dal cliente, il metodo di lavoro è sempre lo stesso quindi, che sia un progetto di architettura d’interni o di landscape o di installazione l’approccio è sempre quello. Preferire una cosa anziché l’altra è difficile dirlo ad oggi, perché comunque crediamo che si possa fare ricerca. Poi se parlo personalmente forse sì, la scala del landscape, la scala urbana, è quella più interessante. Tuttavia è anche un po’ più difficile operarvi, quindi portiamo comunque avanti quello che è l’interior design con clienti privati fondamentalmente.


In linea con il tema centrale della Biennale di Architettura 2021, come interpreti personalmente la questione “How will we live together?”

Difficilissima questa domanda, ci siamo anche stati tra l’altro due settimane fa eravamo a Venezia. Penso sia anche interessante il tema della Biennale, soprattutto perché era stato scelto prima che scoppiasse la pandemia. Poi l’anno scorso non è stata fatta e posticipata di un anno. Però è stata tutta progettata prima della pandemia, quindi non so se è una coincidenza o meno.
Sicuramente se ad oggi vogliamo parlare di come vivremo e come saranno le città del futuro, dobbiamo tenere in considerazione comunque l’ultimo anno di Covid che abbiamo passato. Secondo me è importante per partire a fare un ragionamento in quanto è stata un’occasione per renderci conto di tanti aspetti su cui riflettere. Come saranno le città non lo so, però so sicuramente che molte città o molti spazi ad oggi devono cambiare e c’è una necessità abbastanza immediata e la pandemia stessa ne è stata la dimostrazione.


Cosa auguri al tuo studio per il prossimo futuro?

Devo essere sincero? Io personalmente sono abbastanza soddisfatto, non è che diciamo… siamo soddisfatti di quello che stiamo facendo perché comunque i sacrifici sono stati tanti, sono tanti. Però i risultati iniziano ad arrivare quindi penso che la direzione sia giusta, quindi questa è la prima cosa importante. Ovviamente il pensiero è quello di crescere, crescere non solo come numeri diciamo di… come numeri di persone che lavorano qua o di fatturato stesso, questo è un aspetto che mi interessa fino a un certo punto, quello che mi interessa è crescere anche a livello di
esperienze professionali e personali.

Human Technopole: Il nuovo Headquarters (facciata), OKS, Milano, 2019
Human Technopole: Il nuovo Headquarters (facciata), OKS, Milano, 2019

Fonti:
OKS ARCHITETTI

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