Supervoid architettura per il sapere

Garden Pavilion (particolare materiali), Supervoid, Certosa di Pontignano (SI), 2018

Benjamin Gallegos Gabilondo e Marco Provinciali, entrambi formatisi allo IUAV di Venezia, sono i membri fondatori dello studio d’architettura Supervoid la cui sede si trova a Roma. Dal 2016 in avanti, si sono occupati di numerosi progetti a varie scale, in Italia, in Cile e negli Stati Uniti. I giovani architetti sono apparsi inoltre in due edizioni della Biennale veneziana, nel 2014 e nel 2016. Vantano anche l’inclusione nella rosa dei candidati per il  Lisbon Triennale Millennium bcp Début Award del 2019. Oggetto di svariate pubblicazioni nelle riviste di settore, hanno provveduto loro stessi a scrivere, e dare alle stampe, articoli e riviste.


Massimo De Carlo – Unico e ripetibile, Triennale di Milano, 2018, (concorso – selezionati)

Massimo De Carlo - Unico e ripetibile (progettazione dello spazio), Supervoid, Triennale di Milano, 2018
Massimo De Carlo – Unico e ripetibile (progettazione dello spazio), Supervoid, Triennale di Milano, 2018

Lo spazio a pianta quadrata si anima di espositori a croce disposti in modo irregolare. Attraverso l’utilizzo di specchi a parete, lo spazio si moltiplica visivamente dando al visitatore la percezione di uno spazio illimitato e infinitamente riproducibile, che è poi il messaggio che i progettisti vogliono esprimere. In questo modo inoltre, tutte le stanze appariranno, erroneamente, delle stesse dimensioni, cosa che non sarebbe in alcun modo realizzabile vista la varietà di opere da esporre. I grandi poster di AG Fronzoni saranno evidentemente contenuti in spazi più ampi rispetto agli arazzi di Alighiero Boetti.

Massimo De Carlo - Unico e ripetibile (focus sulle lamiere forate), Supervoid, Triennale di Milano, 2018
Massimo De Carlo – Unico e ripetibile (focus sulle lamiere forate), Supervoid, Triennale di Milano, 2018

L’allestimento, costituito da pannelli metallici smontabili, rievocando le tipiche esposizioni temporanee fieristiche così come i depositi e gli spazi di archiviazione in musei e pinacoteche. Le opere sono esposte al visitatore senza mediazioni quali cornici o teche in quanto multipli o oggetti appartenenti a serie. Supervoid, in questa architettura, ha previsto che i poster fossero affissi ai supporti metallici tramite calamite. Infine, la lamiera forata consente di fissare le opere in qualsiasi punto senza modificare in alcun modo il supporto. In questo modo si può riutilizzare per eventi successivi.


Garden Pavilion, Certosa di Pontignano (SI), 2018

Garden Pavilion (veduta dall'alto), Supervoid, Certosa di Pontignano (SI), 2018
Garden Pavilion (veduta dall’alto), Supervoid, Certosa di Pontignano (SI), 2018

La Certosa di Pontignano è un’architettura del XIII secolo, stabile, permanente, fortemente radicata nel territorio. L’intervento del gruppo di architetti invece è effimero, pop up e proprio per questa ragione è accolto nel contesto senza creare disturbo. Il Padiglione Giardino occupa un quarto del chiostro d’ingresso, uno dei quattro cortili interni presenti nel complesso.

Garden Pavilion (veduta interna con particolare del cipresso), Supervoid, Certosa di Pontignano (SI), 2018
Garden Pavilion (veduta interna con particolare del cipresso), Supervoid, Certosa di Pontignano (SI), 2018

La struttura metallica è costituita da un quadrato di 12 x 12 metri in pianta, formato da moduli triangolari. Di questi moduli, due vengono tolti così da conservare l’antico pozzo al centro del chiostro e un enorme cipresso circa al centro del padiglione. Delle tende in PVC microforato ne delineano il perimetro, generando un rapporto di semitrasparenza tra interno e esterno. Il tetto inclinato si erge su un reticolo regolare di colonne. 

Garden Pavilion (veduta esterna), Supervoid, Certosa di Pontignano (SI), 2018
Garden Pavilion (veduta esterna), Supervoid, Certosa di Pontignano (SI), 2018

Atto ad ospitare conferenze, workshop ed eventi, il Garden Pavilion si propone di essere al tempo stesso incluso e riconoscibile, rivendicando una sua autonomia.


Borgo La Mistica, Roma, 2016

Borgo La Mistica (cantiere), Supervoid, Roma, 2016, in costruzione
Borgo La Mistica (cantiere), Supervoid architettura, Roma, 2016, in costruzione

Questa volta Supervoid inserisce la sua architettura in un intervento di riqualificazione rurale. Situato alla periferia romana, nel sito confluiscono elementi estranei tra loro: trovano infatti spazio rovine, grandi infrastrutture e insediamenti industriali non pianificati. Supervoid cerca un punto d’incontro.

Borgo La Mistica (modello portico), Supervoid, Roma, 2016, in costruzione
Borgo La Mistica (modello portico), Supervoid, Roma, 2016, in costruzione

Al fine di raccordare le varie tipologie edilizie presenti, gli architetti pensano ad un portico con pianta rettangolare di 110×55 m, peculiare dell’architettura romana. In questo modo, è possibile riunire i vari frammenti del paesaggio così da plasmare un vero e proprio giardino.

Il portico funge da gesto ordinatore e apre nuove relazioni tra l’interno degli edifici.

Nel 2020, in occasione della Triennale di Milano, per la mostra “Lo stato dell’arte dell’architettura” curata dallo studio, in cui vengono confrontati alcuni modelli dei progetti passati, il prototipo del portico sarà tra quelli esposti.


Groundfloor crisis, Biennale Venezia, 2014

Groundfloor crisis (effetti della risalita dell'acqua), Biennale Venezia, 2014
Groundfloor crisis (effetti della risalita dell’acqua), Biennale Venezia, 2014

1966: anno dell’alluvione di Firenze e Venezia; anno di pubblicazione di “Complessità e contraddizioni nell’architettura” di Robert Venturi e di “L’architettura della città” di Aldo Rossi.
È un caso che questi fatti si riuniscano tutti nella stessa annualità. Tuttavia, questa concomitanza ha permesso di guardare con nuovi occhi la struttura urbana e le costruzioni che la plasmano. Il disastro fiorentino consente di valutare obiettivamente tutte le fondazioni urbane.

L’acqua funge da catalizzatore: ci fornisce una diagnosi dettagliata dello stato attuale della città.

L’acqua, infatti, sale inesorabile, non incontra ostacoli, o quantomeno, nel momento in cui li incontra li inghiotte.
Questo è accaduto il 4 novembre 1966 a Firenze e Venezia.
Come si lega allora in tutto ciò l’intervento dei giovani di Supervoid?

Groundfloor crisis (veduta di un pannello in mostra), Supervoid architettura, Biennale Venezia, 2014
Groundfloor crisis (veduta di un pannello in mostra), Supervoid architettura Biennale Venezia, 2014

L’attenzione del gruppo si sposta sul piano terra, ciò che è stato interessato dal disastroso accadimento. L’acqua, del resto, si è innalzata fino a costituire un vero e proprio piano di sezione che ridisegna la sostanza architettonica degli edifici colpiti. Oltre ai vari cambiamenti socio-economici in atto in quegli anni, le catastrofi naturali aggiungono un importante elemento di analisi per gli architetti, che appunto proprio su questo tema si trovano ad indagare: la conformazione del piano terra.


Archizines, Venezia, 2013

Archizines (particolare della ruota), Supervoid, Venezia, 2013
Archizines (particolare della ruota), Supervoid, Venezia, 2013

Globalmente, Archizines è un rivoluzionario esempio di mostra di architettura, sempre che si possa definire mostra. Si tratta di un padiglione itinerante che dal 2013 al 2015 ha fatto il giro del mondo portando e arricchendosi di conoscenza. Si potrebbe dire che l’esposizione ha, letteralmente, vagato tra i paesi, essendo la struttura fondante del progetto una ruota. In essa sono posizionate e catalogate 90 pubblicazioni, siano esse riviste o interviste video, provenienti da oltre 20 paesi. Ciò che importa è il filo rosso dell’architettura.

La mostra è stata reinterpretata per rispondere alla mancanza di spazi disponibili per la fruizione degli studenti in città e alle limitate risorse economiche.

Archizines (veduta veneziana attraverso la ruota), Supervoid, Venezia, 2013
Archizines (veduta veneziana attraverso la ruota), Supervoid, Venezia, 2013

A Venezia in particolare, dove la ruota lignea si è fermata dal 3 al 18 luglio 2013, l’iniziativa richiama l’antica tradizione delle strutture temporanee collocate negli spazi pubblici. L’operazione mira a rompere i confini tra la cultura, spesso vincolata a luoghi d’élite e di studio, e gli spazi designati alla sfera pubblica, proponendone l’unificazione. È proprio a Venezia che la ruota ha continuato a vagare per la città, individuando così, ogni giorno, un nuovo fondale che accogliesse i lettori.

Archizines (la ruota alla IUAV di Venezia), Supervoid, Venezia, 2013
Archizines (la ruota alla IUAV di Venezia), Supervoid, Venezia, 2013

Il tour si è concluso a Mosca nel 2015 le pubblicazioni, raccolte in corso d’opera, sono state trasferite alla National Art Library del Victoria & Albert Museum. Durante il viaggio si sono svolti vari eventi per approfondire il rapporto tra editoria e architettura.



Fonti:
Supervoid
domus
arkitectureonweb
archdaily

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