IOSA architettura per il Mediterraneo

Progetto per la nuova uscita del museo delle Cappelle Medicee, IOSA architettura, Firenze, 2020

Testo tratto dall’intervista con Davide Bertugno, cofounder del collettivo di architettura IOSA

Abbiamo cercato di dare dei colori legati all’azzurro e al dorato, per richiamare il mare, il grano, il sole, i colori della tradizione mediterranea.

4 Landscapes 4 Prod_Action (collage), IOSA architettura, Oliva, Spagna, 2019
4 Landscapes 4 Prod_Action (collage), IOSA architettura, Oliva, Spagna, 2019, Europan 15

Come nasce l’idea di IOSA?

Il nostro è un collettivo innanzitutto, non è uno studio di architettura. A differenza dello studio in quanto tale, ognuno di noi svolge la sua professione in vari campi, in varie maniere, in vari ambiti e poi abbiamo un collettivo: ci mettiamo insieme quando abbiamo alcune attività da svolgere: principalmente in caso di concorsi, nel caso di allestimenti. Per poter partecipare ad una serie di bandi, attivati anche dal Comune di Bari – noi siamo tutti di Bari e provincia – ci siamo formati anche come associazione culturale senza scopo di lucro. Quindi oltre ad essere un collettivo iosa è anche un’associazione culturale che può partecipare alla formazione, scrittura di bandi. Per esempio adesso abbiamo partecipato al bando per il BiARCH, il festival dell’architettura che si terrà a Bari a settembre. Abbiamo partecipato come soggetto associativo, non in quanto collettivo perché era richiesta proprio questa tipologia di forma associativa – con codice fiscale, sede, uno statuto – e quindi ci siamo formati come associazione culturale.

Siamo in sette. L’idea è nata dal fatto che spesso ci capitava di partecipare a concorsi e di fare progettazione insieme e, siccome ad un certo punto ci sembrava veramente ridondante il fatto di dover citare sette persone ogni volta, abbiamo deciso di creare un collettivo per metterci sotto un’unica sigla, anche per avere riconoscibilità all’interno del panorama italiano della giovane architettura.


In quanto collettivo di architettura, IOSA ha partecipato a concorsi?

Noi abbiamo partecipato a molti concorsi, circa una decina, dal 2015, anno in cui abbiamo iniziato a progettare insieme. Innanzitutto noi abbiamo tutti studiato insieme, siamo tutti dello stesso anno di architettura, classe ’89-’90. Dopodiché, intorno al 2015-2016, abbiamo iniziato a fare un po’ di concorsi insieme. Il primo che abbiamo fatto insieme è stato quello per il progetto della manifattura tabacchi a Bari, dove insieme ad un gruppo di architetti professionisti ci siamo classificati settimi. Poi da lì abbiamo iniziato un percorso per cui abbiamo partecipato due volte a Europan (Europan 14 ed Europan 15) e ora dovremmo partecipare ad Europan 16.

4 Landscapes 4 Prod_Action (illustrazione), IOSA architettura, Oliva, Spagna, 2019, Europan 15
4 Landscapes 4 Prod_Action (illustrazione), IOSA architettura, Oliva, Spagna, 2019, Europan 15

Abbiamo poi sviluppato la progettazione per l’ingresso alle Cappelle Medicee a Firenze in collaborazione con un altro studio di Bari. Abbiamo partecipato al concorso per le case minime di Corato, dove siamo arrivati quarti classificati. In più un’altra serie di progettazione di progettazioni, di concorsi di giovani, principalmente sul territorio nazionale ad eccezione dei due bandi Europan (uno in Svezia e uno in Spagna). Abbiamo poi realizzato degli allestimenti: abbiamo curato i progetti di l’allestimento di aplab, un’altra piccola realtà che realizza collage sul paesaggio pugliese. Adesso stiamo partecipando come associazione culturale al bando del BiARCH. Quindi, a settembre, organizzeremo un workshop sempre sul collage sul paesaggio pugliese, perché il tema era proprio delle periferie e proporremo tramite lo strumento del collage con tutor, anche provenienti da altre parti di Italia, svilupperemo questo tipo di tematiche.


Di cosa tratta il progetto per l’ingresso alle Cappelle Medicee di Firenze?

Il progetto per la nuova uscita del museo delle Cappelle Medicee (layout tavole), IOSA architettura, Firenze, 2020
Progetto per la nuova uscita del museo delle Cappelle Medicee (layout tavole), IOSA architettura, Firenze, 2020

Il progetto l’abbiamo sviluppato insieme allo studio FERIMA di Bari, uno studio che si occupa di restauro principalmente. Abbiamo sviluppato un progetto molto coerente con le richieste del bando: chiedevano di sviluppare un recinto in modo che l’uscita fosse protetta. Oltre a quello chiedevano di creare una copertura per l’uscita. L’idea era quella di creare al piano interrato, valorizzando alcune emergenze archeologiche, il bookshop, una scala totalmente integrata anche con l’arredo del bookshop stesso, realizzare una zona per la proiezione di documentari sempre relativi alle emergenze archeologiche rinvenute. Avere infine una copertura che permettesse di uscire senza esporsi alle intemperie.

Progetto per la nuova uscita del museo delle Cappelle Medicee (print), IOSA architettura, Firenze, 2020
Progetto per la nuova uscita del museo delle Cappelle Medicee (print), IOSA architettura, Firenze, 2020

La parte esterna è stata sviluppata prendendo spunto dal contesto fiorentino. Abbiamo utilizzato una specie di bugnato non finito per il recinto esterno, in continuità con la facciata di San Lorenzo. All’interno del recinto invece c’era un richiamo ai palazzi fiorentini di Cinquecento e Seicento. La copertura era un richiamo alle superfici marmoree che sono così anche all’interno delle Cappelle Medicee. Una sorta di superficie parametrica in marmo traslucido che permetteva, da un punto di vista tecnico, di coprire la porzione della scala e del solaio.


In linea con il tema centrale della Biennale di Architettura 2021, come interpretate personalmente la questione “How will we live together?”

La questione è interessante: con il collettivo, l’anno scorso, abbiamo creato un’iniziativa sui social che si chiamava RADIO Iosa che serviva proprio per parlare di questa tematica. Abbiamo fatto delle piccole interviste, chiacchierate con amici e altri studi, giovani protagonisti dell’architettura italiana under 40. Con loro abbiamo provato, durante queste dirette fatte durante la pandemia, chiusi in casa, a parlare di questa tematica. Quello che è venuto fuori è la necessità anche a lungo termine di ripensare agli spazi, sia pubblici, forse ancor più dei primi, gli spazi dell’abitare domestico. Data la crisi socio-sanitaria che abbiamo vissuto negli ultimi due anni c’era bisogno di ripensare totalmente gli spazi.

A livello di spazio pubblico dobbiamo continuare a vivere insieme, a vivere gli spazi. Anche qui però la fruizione deve cambiare: le piazze devono essere progettate per queste tipologie. Avevamo fatto anche una bozza: un’iperbole in cui tutte le panchine erano singole, separate. Però questo comunque all’interno di una fase molto acuta della pandemia, una fase in cui il vivere insieme era quasi impossibile.

Adesso penso che le piazze vadano ripensate, vadano ripensati gli spazi pubblici, però credo sia possibile continuare a vivere insieme attraverso dei sistemi di organizzazione dello spazio pubblico. Anche banalmente aumentando la superficie dello spazio pubblico, per evitare che tante persone vi si concentrino. Diminuire la quantità di edificato, riqualificando l’esistente per poter lasciare lo spazio aperto, chiaramente progettato e reso vivibile.


Da chi e/o da che cosa traete ispirazione nel vostro lavoro? Avete un ideale? _ IOSA architettura

Sovra >Scritture Pugliesi, IOSA architettura, Bari, 2018
Sovra Scritture Pugliesi, IOSA architettura, Bari, 2018

Noi abbiamo un ideale, più che altro. Iosa è un termine della lingua italiana che significa una grande quantità di cose ma è anche un termine che viene utilizzato nel nostro dialetto, barese in particolare, per indicare il fatto di “fare rumore”. Questa volontà di richiamare un termine usato nella lingua dialettale è legato ad una scelta fondamentale: cerchiamo di ispirarci ad un’architettura mediterranea. Veniamo tutti da regioni del sud, la Puglia ha un paesaggio che dal punto di vista dell’architettura è abbastanza ben definito. Questa idea dell’architettura mediterranea, legata anche allo spazio aperto, al verde, al mare, alle tinte pastello, penso possa essere un’ottima maniera di vivere e da sviluppare.

Sovra Scritture Pugliesi, IOSA architettura, Bari, 2018
Sovra Scritture Pugliesi, IOSA architettura, Bari, 2018

Anche ad esempio da uno dei nostri allestimenti, presente anche sulla nostra pagina Instagram, quello con la torre, con lo sfondo dato alle cornici e ai collage, abbiamo cercato di dare dei colori legati all’azzurro e al dorato, per richiamare il mare, il grano, il sole, i colori della tradizione mediterranea.


Cosa auguri al collettivo di architettura IOSA per l’avvenire?

La speranza è quella che i giovani progettisti possano fare strada, costruirsi una carriera, anche per affermarsi e affermare una tipologia di architettura, se non innovativa quantomeno di qualità. Molto spesso, infatti, si assiste ad una qualità molto bassa. Devo invece dire che i giovani studi di architettura italiana, non avranno esperienza, o almeno nella costruzione magari, ma hanno una grande sensibilità, anche estetica.

Spero che il mio collettivo e tutti i giovani studi possano crescere per poter realizzare cose. Seppur è vero che nel sistema italiano, degli appalti e delle gare, è molto difficile farsi strada. Banalmente a molte gare non si può proprio accedere, se non hai requisiti, se non hai anni di professione, il giovane viene un po’ tagliato fuori. Però se c’è la volontà, mettendosi dietro a persone un po’ più grandi e avendo molta pazienza, penso si possa crescere. Chiaramente è auspicabile poter lavorare ad una scala sempre più ampia, magari partire dal piccolo allestimento interno dell’abitazione, per poi arrivare alla scala dello spazio pubblico.


Tecnologia o Ecologia? _ IOSA architettura

Secondo me queste due parole, come penso per molti, dovrebbero andare di pari passo. Molte soluzioni tecnologiche vanno, in questa fase, nella direzione ecologica nel senso del risparmio energetico. Basta vedere questi bonus che sono attivi in Italia e per cui giornalmente ci viene proposto di progettare potendo accedere al 110%. Banalmente, all’utente medio fa gola il fatto di potersi ristrutturare casa senza dover spendere un euro, con scarse conoscenze di quello che è tutto il processo dopo o anche di ciò che questo implica a livello di miglioramento energetico delle abitazioni.

Credo però ci sia un cortocircuito sulla questione delle materie prime. Trovo che molte di quelle che vengono utilizzate oggi, in senso ecologico, non siano prettamente sostenibili. Creano comunque rifiuto, molte non rispettano i criteri CAM (Criteri Ambientali Minimi) legati al luogo più vicino per la produzione e per lo smaltimento.

Si potrebbe dire “torniamo ai sistemi di una volta”. Tipo a Bari e in Puglia si utilizzavano la pietra delle cave qui intorno, la pietra di Trani, in Salento il carparo. Però è anche vero che si tratta di un sistema costruttivo totalmente superato, che oggi non risponde a tutta la legislazione legata alle materie antisismiche. Tuttavia è auspicabile che tutto, oltre ad essere legato al miglioramento energetico, sia legato anche al minor consumo possibile delle materie prime, alla minor produzione possibile di rifiuti. È un’utopia. Tuttavia credo sia questa la direzione nella quale andare, oltre quella del miglioramento energetico, sicuramente importantissimo e che permette di risparmiare tanto sia a livello economico sia a livello delle materie prime, come i combustibili. Comunque secondo me manca ancora un passaggio fondamentale.

Sovra Scritture Pugliesi, IOSA architettura, Bari, 2018
Sovra Scritture Pugliesi, IOSA architettura, Bari, 2018

Fonti:
IOSA
Archilovers
Divisare

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