IN-NOVA STUDIO architettura da vivere

Scuola Pizzigoni, IN-NOVA STUDIO, Milano, 2019, secondo classificato

Testo tratto dall’intervista con Marcello Ferrara, Martina Russo e Riccardo Teo, dello studio di architettura IN-NOVA STUDIO

Insomma, le tematiche che affrontiamo è come se ce le avessimo lì, scritte fisse su una bacheca. Cerchiamo sempre di rispettare quelli che sono i dettami della nostra idea di architettura e di urbanistica.

Ex Frigorifero Militare, IN-NOVA STUDIO, Cuneo, 2020
Ex Frigorifero Militare, IN-NOVA STUDIO, Cuneo, 2020

Come nasce lo studio di architettura IN-NOVA?

Marcello
La storia è semplice: noi siamo tutti e tre amici di università e, appena finita, siamo partiti tutti e tre per andare a lavorare, chi a Milano, chi a Parigi. Poi ci siamo incontrati qui a Napoli nello stesso momento: eravamo tornati tutti e tre per diversi motivi. Fondamentalmente perché non avevamo voglia di lavorare per qualcuno ma lavorare per qualcosa di nostra creazione. Per cui così è partita, un po’ per scherzo, un po’ per voglia di fare. Non ci saremmo mai immaginati di arrivare dove siamo adesso…
Riccardo
L’idea però c’era!
Marcello
L’idea però c’era…
Martina
L’idea c’era: poi tra il dire e il fare…
Riccardo
Considera che Napoli è una grande città, un grande capoluogo nel Sud Italia, ma fai conto che di studi internazionali qui non ce ne sono più di tanti, cioè quasi nessuno. Noi avevamo proprio pensato di inserirci attraverso le nostre esperienze fatte all’estero, anche presso altri studi internazionali – cose un po’ diverse dallo studio magari piccolino, privato, del piccolo architetto locale – abbiamo pensato di inserirci in questo ambito qui. Quindi un minimo di idea c’era.
Marcello
Però non è che ci siamo seduti al tavolino e abbiamo detto “Okay da domani apre IN-NOVA…”. È stato un crescendo, piano piano… Il primo concorso, il secondo, il primo lavoro.


Cosa ha costituito per voi di IN-NOVA STUDIO il vostro primo incarico nel campo dell’architettura?

Martina
Difficile dire il primo perché poi, essendo in tre, ognuno di noi portava un po’ di lavoro. Quindi gli incarichi sono stati molto variegati.
Marcello
Il primo forse, in ordine cronologico, è stato un ristorante qui a Napoli. È stato uno dei primi insieme ad un complesso residenziale.
Martina
Poi a seguire, un po’ di altre cose, incarichi pubblici, appartamenti, collaborazioni…

Ristorante Umberto, IN-NOVA STUDIO, Napoli, 2016
Ristorante Umberto, IN-NOVA STUDIO, Napoli, 2016

IN-NOVA ha partecipato a concorsi di architettura?

Marcello
Sì! Quello che ci è riuscito meglio è stata la scuola a Milano, in cui siamo arrivati secondi, quindi per pochissimo non siamo riusciti a vincere. L’ultimo che abbiamo fatto è il Centro Direzionale di Palermo. Comunque abbiamo fatto parecchie cose. Dalle scuole ad un Centro Direzionale, al Tribunale di Catania (siamo arrivati sesti), poi una caserma dei Vigili del Fuoco (per cui siamo arrivati in finale e quarti). Ci piace prendere parte ai concorsi!

Uffici Giudiziari, IN-NOVA STUDIO, Catania, 2020, sesto classificato
Uffici Giudiziari, IN-NOVA STUDIO, Catania, 2020, sesto classificato

Mi parlereste dell’intervento per la Caserma dei Vigili del Fuoco a Lecco?

Riccardo
Già di per sé è un tema molto interessante perché l’area oggetto del concorso è piuttosto discussa: ci sono detriti e resti tossici nel sottosuolo. Quindi andava bonificata. È stata un’esperienza interessante, anche perché c’erano tutte queste problematiche dietro e, andando in seconda fase, abbiamo dovuto affrontarle. Non è stato solo un lavoro di architettura ma anche una collaborazione con ingegneri, tecnici, architetti ambientalisti, paesaggisti con cui abbiamo portato il progetto ad un livello finito, quasi, che poteva essere realizzato successivamente. Era un progetto molto semplice: un po’ doveva essere una caserma, quindi un edificio di rappresentanza, un po’ proprio perché una caserma, aveva una serie di criteri e di requisiti, come le altezze standard che ti vengono date per la progettazione. Quindi, l’idea era semplice, con questi due volumi, questi due cortili interni che però potevano diventare anche uno spazio di aggregazione e di lavoro interessante. C’era poi la parte dei tetti, che caratterizzava tutte le stanze, che erano ispirati alle montagne: al Resegone. Quindi abbiamo studiato particolarmente le viste dal lago e la montagna per cercare di mettere in relazione il contesto e l’edificio che era pensato apposta.

Fire Station (render complessivo), IN-NOVA STUDIO, 2019, quarto classificato
Fire Station (render complessivo), IN-NOVA STUDIO, 2019, quarto classificato

Marcello
La cosa interessante che facciamo è: se ci riusciamo, andiamo sul luogo. Nel caso di Lecco – per cui siamo passati in seconda fase – abbiamo fatto un sopralluogo, siamo andati lì, siamo andati dall’altra parte del lago a fare le foto, a vedere come si poteva inserire l’edificio. Insomma, se ne abbiamo la possibilità è fondamentale questo lavoro. Da Google Maps non ti rendi conto. E il Resegone lo vedi se vai là, non da Google Maps. Solo lì ti rendi conto che è uno dei punti più importanti del paesaggio, della regione.
Riccardo
Questo e il lungolago: c’era questa tematica montagna-lago. Abbiamo cercato di portarli nel progetto, forse si poteva anche spingersi più in là, però un po’ leggendo il bando, un po’ studiando il tema dei Vigili del Fuoco appunto, la caserma doveva essere più funzionale… Se vedi i vincitori o anche altri finalisti, l’hanno affrontato in maniera molto diversa.

Fire Station (render del cortile), IN-NOVA STUDIO, 2019, quarto classificato
Fire Station (render del cortile), IN-NOVA STUDIO, 2019, quarto classificato

Marcello
L’altra cosa interessante che abbiamo fatto è stato il confronto con i Vigili del Fuoco di Napoli: siamo andati lì, abbiamo fatto il sopralluogo. Ci abbiamo lavorato tantissimo effettivamente. Abbiamo fatto questa ricerca per capire proprio come funzioni, perché non ti capita tutti i giorni di fare una caserma. La stessa cosa l’abbiamo fatta per la scuola, per il tribunale: ci confrontiamo con le figure professionali che vi lavorano, persino gli studenti delle scuole. Ci capita di entrare veramente nel progetto.


Qual è un altro progetto, anche più recente, di cui vorreste parlarmi?

Riccardo
Il Centro Direzionale è forse l’ultimo. Anche quello è stato interessante. È chiaro, in linea di massima, è un progetto un po’ diverso da quelli che abbiamo fatto negli ultimi anni perché più grande, sia dal punto di vista del budget sia proprio per la scala. Si è creato un gruppo più ampio di professionisti, anche del luogo, siciliani: ingegneri, paesaggisti. Chiaramente sia il lavoro si divide meglio e si fa più facilmente in tanti, sia perché dalla collaborazione si dovrebbe crescere.

Centro Direzionale Regione Sicilia, IN-NOVA STUDIO, Palermo, 2020
Centro Direzionale Regione Sicilia, IN-NOVA STUDIO, Palermo, 2020

Marcello
È simile il progetto che facciamo noi: c’è sempre questo inserimento nel contesto, non è mai un oggetto a sé, ma cerca sempre interazione con quello che c’è nel quartiere, cerca sempre di integrare la popolazione e gli abitanti, cerca sempre di creare nuovi luoghi, nuovi spazi pubblici, nuovi ingressi, nuovi spunti dal punto di vista del paesaggio. Ha a che fare con l’ecosostenibilità, come possiamo interagire con l’ambiente. Insomma, le tematiche che affrontiamo è come se ce le avessimo lì, scritte fisse su una bacheca. Cerchiamo sempre di rispettare quelli che sono i dettami della nostra idea di architettura e di urbanistica.


Ho visto che nella vostra ricerca spesso vi occupate di progettazione a diversa scala, dal landscape all’interior, ad esempio. Quale vi interessa maggiormente?

Martina
Io direi che ci coinvolge tutto: abbiamo fatto sia progetti sulla grande scala come concorsi, sia progetti privati per cui ci occupiamo di interior design. Quindi, direi che su questo siamo abbastanza flessibili.
Marcello
Siamo partiti con l’idea di fare “cose grosse” (gare, concorsi, residenziali, le ville) poi, piano piano, sicuramente ti arrivano questi lavori più piccoli (interior design e altro). Però alla fine ti appassiona e diventa un mondo parallelo interessante.
Martina
Ci piace!
Marcello
Poi sicuramente la cosa più interessante è riuscire a risolvere un problema, sia di quartiere sia di paesaggio, più che di un interno. Però questo non significa che non abbiamo la passione per l’interior design, che ha a che fare con la vita quotidiana di tutte le persone.
Martina
Secondo me dà delle belle soddisfazioni, a me piace molto.

Solfat-House, IN-NOVA STUDIO, Napoli, 2020
Solfat-House, IN-NOVA STUDIO, Napoli, 2020

In linea con il tema centrale della Biennale di Architettura 2021, come interpretate personalmente la questione “How will we live together?”

Marcello
Dopo la pandemia ci sono stati talmente tanti incontri sul mondo dopo il Covid e sui cambiamenti climatici…
Martina
In relazione al Covid, non ci sono solo da valutare gli spazi esterni ma anche quelli interni: ci siamo ritrovati a vivere molto la casa. È una cosa che stiamo vedendo molto anche con i clienti. Intanto, in molti vogliono ristrutturare, anche perché abbiamo passato tanto di quel tempo in casa che vogliono rinnovare, vogliono cambiare, vogliono migliorare. Anche la questione del lavoro da casa: è necessario trovare degli spazi dove lavorare.
Marcello
Questo è un tema che si allaccia a tutti i cambiamenti climatici che stiamo vivendo: ci sarà, magari, un momento in cui l’essere umano si bloccherà. Non prenderà più la macchina per andare al lavoro, non prenderà più un aereo al giorno e questo porterà ad un adattamento dell’urbanistica e dell’architettura.
Riccardo
Sì, in realtà è una questione economica e politica, sociale, urbanistica messa insieme.
Marcello
Comunque il futuro è del Mediterraneo! E Napoli può essere veramente il futuro.


Cosa augurate al vostro studio per il prossimo futuro?

Marcello
Dobbiamo assolutamente vincere un concorso! Non ci siamo ancora riusciti.
Riccardo
C’era Pasolini che diceva una cosa molto bella di Napoli, diceva che Napoli era l’ultima speranza del genere umano.
Marcello
Noi vogliamo realizzare una scuola a Napoli!
Riccardo
A me fa molto piacere vedere una migrazione al contrario! Fino a dieci, quindici, venti anni fa la migrazione era sempre dal Sud verso il Nord. Stando qui a Napoli, da qualche anno, ormai ci sono tantissime persone che dal Nord migrano verso il Sud. Anche per fare lavori umili, non per forza professionisti, laureati, specializzati, persone che proprio scelgono lo stile di vita del Sud Italia e scelgono Napoli come città.
Marcello
Poi ci sono tanti che sono partiti e che alla fine tornano!
Riccardo
Tanti tornano. C’è la speranza che questo sia lo svolgimento degli eventi, che riguarda anche la politica e l’economia.
Marcello
Poi ci vuole coraggio ad aprire uno studio a Napoli! Noi siamo stati coraggiosi.

Scuola Pizzigoni, IN-NOVA STUDIO, Milano, 2019, secondo classificato
Scuola Pizzigoni, IN-NOVA STUDIO, Milano, 2019, secondo classificato

Fonti:
IN-NOVA STUDIO

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