dianarchitecture architettura per la democrazia

Restart Museum (particolare dei materiali usati per l'intervento), dianarchitecture e RS-architecture, Casal di Principe (CE), 2015

Lo studio dianarchitecture, fondato nel 2013 da Giuseppe, Costantino e Gianluigi Diana, incarna il carattere di multidisciplinarietà, occupandosi di architettura tanto quanto di design o di progettazione grafica. Attraverso la progettazione, i giovani del gruppo rendono visibile l’evoluzione della società contemporanea e la capacità di mutamento che questa porta con sé. Prendendo parte a numerosi concorsi internazionali riescono a raccontare il loro intento attraverso opere di scala più o meno grande.


Lampedusa Museum, Lampedusa, 2016

Lampedusa Museum (ingresso), dianarchitecture, Lampedusa, 2016
Lampedusa Museum (ingresso), dianarchitecture, Lampedusa, 2016

Fiducia, rispetto, dialogo. Così può essere riassunto l’intento del padiglione della mostra realizzato da dianarchitecture in aggiunta all’architettura del Museo Archeologico delle Pelagie. Attraverso questa realizzazione si vogliono ribadire le tematiche tanto caratteristiche del contesto.

L’isola è la via d’accesso d’Europa per molte persone in fuga da luoghi di guerra e di tortura, dove si discrimina tra popoli e religioni, dove essere adulti o bambini, essere donne o anziani non fa differenza. 

Condivisione e solidarietà costituiscono il cuore della mostra che intende racchiudere l’intero Mediterraneo, attraverso l’esposizione di grandi capolavori occidentali e orientali.

Lampedusa Museum (sala espositiva), dianarchitecture, Lampedusa, 2016
Lampedusa Museum (sala espositiva), dianarchitecture, Lampedusa, 2016

L’intervento di esposizione del gruppo si concentra al primo piano, dove in un’area ampia 6 x 25 metri gli impianti sono lasciati a vista e, attraverso la creazione di sale neutre, si è riusciti ad accogliere le opere orientali così come quelle occidentali. In questo modo la scatola espositiva si presta a molteplici collocazioni.

Idealmente può essere trasportato in qualsiasi luogo, amplificandone il significato: invitare al dialogo civile e alla fiducia tra tutti i popoli, attraverso l’arte e la cultura.

Lampedusa Museum (dettaglio confronto funi con moucharabieh arabe), dianarchitecture, Lampedusa, 2016
Lampedusa Museum (dettaglio confronto funi con moucharabieh arabe), dianarchitecture, Lampedusa, 2016

L’intervento del gruppo si riconosce anche nella struttura d’ingresso, costituita da un insieme di funi rosse intrecciate supportate da travi di legno. Gli intrichi dei fili ricordano le antiche mappe esposte, provenienti dal Museo Navale di Venezia. Oltre a costituire una zona d’ombra, le geometrie delle funi ricordano quelle dei moucharabieh arabi, le tradizionali griglie usate come sistema di ventilazione e illuminazione. Così facendo, si ribadisce, ancora una volta, il concetto di multietnicità.


Varna Library, Varna, Bulgaria, 2015, finalista di concorso

Varna Library (render con vista dalla strada), dianarchitecture, Varna, Bulgaria, 2015 (non realizzato)
Varna Library (render con vista dalla strada), dianarchitecture, Varna, Bulgaria, 2015 (non realizzato)

In questo progetto l’intervento di dianarchitecture è volto a costruire un’architettura democratica. Nata dalla volontà di donare alla città uno spazio culturale, infatti, lo scopo sarebbe stato quello di integrare il nuovo edificio con il contesto circostante.

Varna Library (render con particolare struttura a sbalzo e piazza coperta), dianarchitecture, Varna, Bulgaria, 2015 (non realizzato)
Varna Library (render con particolare struttura a sbalzo e piazza coperta), dianarchitecture, Varna, Bulgaria, 2015 (non realizzato)

La costante ricerca di un luogo collettivo e connettivo, che possa accogliere chi attraversa l’intera area di progetto e chi usufruisce dei numerosi servizi della moderna biblioteca, rappresentano le caratteristiche essenziali di questa nuova architettura.

Da qui nasce l’idea della piazza coperta: uno sbalzo di circa 19 metri che copre lo spazio pubblico che si frappone tra l’edificio del comune e la biblioteca. In questo modo si ha una percezione di apertura sui restanti lati. 

Varna Library (render con sala lettura), dianarchitecture, Varna, Bulgaria, 2015 (non realizzato)
Varna Library (render con sala lettura), dianarchitecture, Varna, Bulgaria, 2015 (non realizzato)

La struttura è costituita da tre blocchi funzionali. Il primo, in basso, adibito a funzioni pubbliche, uffici e archivio bibliotecario. Al secondo blocco corrispondono le sale di lettura. Al terzo, di cinque piani di altezza, vi sono la caffetteria, una sala per i giornali e una terrazza che consente di leggere all’aperto. Inoltre quest’ultima costituisce anche un belvedere da cui in lontananza si può scorgere il mare.


Restart Museum, Casal di Principe (CE), 2015_ architettura di dianarchitecture in collaborazione con RS-architecture

Restart Museum (condizioni della villa prima dell'intervento), dianarchitecture e RS-architecture, Casal di Principe (CE), 2015
Restart Museum (condizioni della villa prima dell’intervento), dianarchitecture e RS-architecture, Casal di Principe (CE), 2015

A Casal di Principe, tristemente celebre per le ombre gettatevi dalla camorra, ha preso luogo l’iniziativa che ha permesso di far splendere di cultura la cittadina. La Galleria degli Uffizi ha difatti messo a disposizione alcune opere d’arte dei discendenti di Caravaggio che a Napoli avevano trovato la loro vena ispiratrice. Qui entra in gioco l’architettura dei ragazzi di dianarchitecture: era necessario un museo.

Restart Museum (condizioni della villa dopo l'intervento), dianarchitecture e RS-architecture, Casal di Principe (CE), 2015
Restart Museum (condizioni della villa dopo l’intervento), dianarchitecture e RS-architecture, Casal di Principe (CE), 2015

In mancanza di un luogo atto all’esposizione museale, si è riconosciuta all’interno di una villa confiscata alla camorra la soluzione ideale. Tale costruzione era però in uno stato di degrado e si pensa quindi di rivestirla ma in modo tale da lasciar permeare ciò che al di sotto di questa “seconda pelle” si rivela. L’espediente utilizzato è quello la messa in scena di un vero e proprio cantiere, non in senso metaforico. Tubi modulari e una rete rossa avvolgono l’intero edificio che si identifica come un “work in progress”. Così, con una non celata nota critica, si vuole sottolineare il lavoro che resta da fare in queste terre. Il progetto si evolverà: rivestito di pannelli in fibra di canapa, prodotti localmente, sancirà un legame ancor più saldo con il contesto di vita rurale che lo ospita.


Rethinking Mallorca’s seafront, Maiorca, Spagna, 2011, finalista di concorso

Rethinking Mallorca's seafront (vista dall'alto con studio della progettazione), Maiorca, Spagna, 2011 (non realizzato)
Rethinking Mallorca’s seafront (vista dall’alto con studio della progettazione delle dune), Maiorca, Spagna, 2011 (non realizzato)

Qui gli architetti si misurano con il compito di restituire alla Natura l’area del lungomare di CalaMillor. La soluzione da loro ideata è la creazione di dune fiorite, così da ampliare estensione il grande polmone naturale a sud del sito. Queste collinette richiamano la tipica vegetazione mediterranea, presente in abbondanza in situ. Si è quindi deciso di riprenderne il motivo negli spazi interstiziali degli edifici, creando una sorta di giardino pubblico esteso. Attraverso questi dislivelli fioriti si sono venuti a generare nuovi percorsi e una percezione del contesto in continua metamorfosi.
Le diverse colture rendono il paesaggio sempre nuovo, sempre mutevole. Questo anche per via dello sviluppo sinuoso delle dune che, viste da punti di vista differenti, aprono scorci inattesi. Il progetto termina a est con un basamento monolitico regolare in pietra che delinea il nuovo lungomare.



Fonti:
dianarchitecture
Divisare
CASABELLA
Artribune

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